Abstract:
"Anche il cosiddetto ‘cratere agricolo’ ha pagato un prezzo molto elevato a seguito degli eventi sismici del maggio 2012 in Emilia. Tutte le principali produzioni agro-industriali del territorio hanno subito gravi danni: si pensi ai caseifici e magazzini di stagionatura per la produzione di Parmigiano Reggiano, alle cantine e acetaie, alle celle frigorifere per la conservazione dei prodotti ortofrutticoli. Il presente lavoro analizza i principali elementi di specificità che, rispetto ad una forte vulnerabilità settoriale, hanno caratterizzato la ricostruzione del patrimonio agricolo e agro-industriale del cratere. Grande attenzione è data, ad esempio, alla risposta istituzionale per la ricostruzione. Come il settore industriale, infatti, anche il settore agroalimentare ha beneficiato dei contributi per la ricostruzione attraverso la piattaforma SFINGE. Tuttavia, esso ha altresì beneficiato delle risorse stanziate attraverso il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale): l’attivazione di specifiche misure ha permesso di sostenere l’intero territorio del cratere del sisma. Un ulteriore elemento di specificità evidenziato è rappresentato dal tema dell’associazionismo (attivazione di accordi di filiera, interventi di solidarietà e mutualistici) e dal ruolo ricoperto dai Consorzi di Tutela delle produzioni tipiche. Il lavoro dunque evidenzia come, nonostante le criticità riscontrate, il settore agro-alimentare abbia saputo cogliere alcune opportunità dall’evento sismico, soprattutto in termini di capacità innovativa."
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