Intervista al coordinatore del Centro Documentazione Sisma, il lavoro per il decennale entra nel vivo e coinvolge le comunità
“La memoria vive se sta nel presente e si proietta nel futuro”.
Paolo Campagnoli, archeologo e topografo antichista, è stato nominato dal Comune di Mirandola quale coordinatore dei progetti del Centro Documentazione Sisma 2022, sostenuti dalla Regione Emilia-Romagna.
“L’ufficio cultura del Comune di Mirandola - sottolinea l’assessore Marina Marchi- ha preso a carico da due anni il coordinamento del Centro. Abbiamo presentato una progettualità triennale al Comitato Tecnico Scientifico del Centro, che è stata poi approvata a settembre 2021 dalla Giunta Regionale. Il lavoro di Coordinamento ci vede impegnati ai tavoli Regionali su più fronti, quello del Commissario delegato alla ricostruzione e quello del Centro documentazione sisma, che fa da trait d’union tra la Regione e i Comuni del cratere, con i quali si dialoga per estendere i progetti a tutta l’area.
Un percorso che coinvolgerà i giovani e le scuole?
“Si, è fondamentale per proiettare la memoria nel futuro. Ricordiamo che i nostri adolescenti non sono mai entrati in edifici che facevano parte della vita pubblica pre-sisma. Pensiamo ai municipi, alle chiese, ai teatri storici, alle rocche e ai castelli.
Loro non li hanno mai vissuti e solo oggi cominciano a conoscere quella parte, ancora minoritaria, che è stata restaurata e restituita alle Comunità, come ad esempio il Duomo di Mirandola o il Teatro di Medolla solo per citare due esempi.”
A che punto è il lavoro? “Stiamo creando un gruppo tecnico con gli operatori dei vari Comuni per programmare le varie iniziative che si terranno diffusamente sul territorio in una visione di insieme.
La rete è fondamentale per fare conoscere e valorizzare realtà che rimarrebbero sconosciute, talvolta anche a chi vive nell’Area Nord.
Vi sono poi altri progetti culturali che stiamo predisponendo con la Regione e le diverse Università che fanno parte del Centro.”
Lavorerete anche sui collegamenti viari?
“Fra i progetti intercomunali vi è anche l’dea di una mobilità sostenibile, con una rete di ciclopercorsi di conoscenza dei territori, degli edifici danneggiati e delle storie delle comunità. La storica ciclabile realizzata da anni sul vecchio sedime della ex ferrovia SEFTA e la recentissima Ciclovia del Sole costituiranno gli assi principali di una rete distribuita capillarmente sul territorio. Rete che sarà costruita con i contributi culturali e di conoscenza di tutti i Comuni che aderiranno a questa iniziativa del Centro. In questa ottica il lavoro svolto per il decennale potrebbe continuare ben oltre e dare la spinta a progetti di lungo periodo.
Penso ad esempio ad un Ecomuseo della Bassa Modenese, inteso come interconnessione dinamica fra gli storici “saperi” culturali ed artigianali e i diversi paesaggi che l’uomo ha sapientemente creato nei secoli, da quelli urbani e industriali, a quelli rurali nelle loro varie
espressioni, dal paesaggio vallivo a quello prettamente coltivo, dalle zone recentemente rinaturalizzate a bosco ai giardini di pregio. Del resto il Centro Documentazione Sisma dovrà strutturarsi come riferimento permanente e dinamico fra la memoria di ciò che è stato, il presente della costruzione e il futuro che saremo in grado di tracciare. Si tratta di un compito importante ed impegnativo che si muoverà su più fronti, non ultimo quello della ricerca documentale. Stiamo lavorando anche ad una collana editoriale, strutturata in ‘atlanti’ nei quali verrà illustrato il lavoro fatto sul grande patrimonio storico e monumentale colpito. Un tema, questo, che sarà trattato anche nel corso del Convegno di Studi previsto in questo anno del decennale
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