Il racconto in prima persona di Tondelli descrive la vita durante e dopo le scosse, decostruendo la retorica emiliana del tengo botta e mettendo in dubbio il fatto che nessuno si potesse aspettare un terremoto del genere in Pianura padana. L’autore ha devoluto i proventi del libro a sostegno della ricostruzione post-sismica.